venerdì 15 aprile 2011

La forza delle cose e la debolezza dell'Europa


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Hundreds of mourners have rallied and many have held a candlelight vigil in the Hamas-governed Palestinian enclave of Gaza for Vittorio Arrigoni, an Italian activist who was killed on Friday.
And in the West Bank, which is run by Fatah, Hamas's rival, around 100 people, most of them foreigners, marched on Saturday through Ramallah to a house of mourning in El Bireh, an AFP correspondent said.
Vittorio Arrigoni, 36, who was working with the pro-Palestinian International Solidarity Movement (ISM), was found dead by the security forces in a house in northern Gaza early on Friday.
He had been hanged, Hamas security officials said.

Hamas officials said two people had been arrested on suspicion of involvement in the kidnapping and said they were hunting further accomplices.
Ihab al-Ghussein, a Hamas spokesman, called it a "heinous crime which has nothing to do with our values, our religion, our customs and traditions".
"The other members of the group will be hunted down," he said.
There has been an outrage over the cold-blooded killing of the Italian.
"I was about to cry when I heard the news. That man quit his family for us, for Gaza, and now Gazans killed him. That was so bad," Abu Ahmed, a supermarket owner, said.
Samira Ali, a teacher, said: "Those who killed him are not Muslims and certainly not Palestinians."
Arrigoni's kidnappers described him as a "journalist who came to our country for nothing but to corrupt people" - a charge completely rejected by activists and aid workers who knew him in Gaza.
"He's very well-known, he lives among the people," said Huwaida Arraf, a co-founder of ISM. "Vit has repeatedly put his life in danger, put his life on the line in support of the Palestinians."
A journalist colleague at the Italian daily Il Manifesto said he was "astounded" by Arrigoni's death.
Arrigoni is the third ISM member to be killed in Gaza - US national Rachel Corrie was crushed to death by an Israeli bulldozer in March 2003, and a month later Briton Tom Hurndall was shot and critically injured by the army. He died in January 2004.
Widespread condemnation
The murder drew widespread condemnation, from Gaza City to Italy to the UN.
Italy's foreign ministry expressed "deep horror over the barbaric murder," saying it was an "act of vile and senseless violence committed by extremists who are indifferent to the value of human life."
Ban Ki-moon, the UN secretary-general, called for "the perpetrators of this appalling crime to be brought to justice as soon as possible", his spokesperson said in a statement.
Arrigoni was kidnapped a day earlier by a group aligned with al-Qaeda which had demanded that Hamas release Salafist prisoners within a 30-hour deadline that was to have expired on Friday afternoon. It was not clear why they killed him.
In a video posted on YouTube, the kidnappers said Arrigoni had been taken hostage in order to secure the release of an unspecified number of Salafists detained by Hamas.
Arrigoni had been in the Palestinian territories for 10 years, first in the West Bank. He was asked to leave by Israel and he arrived in Gaza in August 2008 with the first ship of the Gaza Free Movement.
There are half a dozen radical Islamist groups in Gaza, with membership numbering in the hundreds. The differences between them are unclear.
Some analysts believe they work in cells to evade Hamas pressure. All want to end Western influence and establish an Islamic state across the Middle East.
Hamas forces in August 2009 killed 28 people, mostly Salafis, in the storming of a mosque where a religious leader who supported al-Qaeda surrounded himself with armed men and declared an Islamic emirate.
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La forza delle cose e la debolezza dell'Europa.
pubblicata da Alfonsina Martinet
16 aprile 2011 alle ore 6.44

Qui, davvero, bisogna distinguere tra chi ha capito qualcosa della millenaria lezione della storia e chi non ne ha capito un accidente. Si obietterà che qui la storia non serve, che queste sono questioni pratiche, problemi seri: ma appunto questo è il punto. La storia è una disciplina serissima, che non è per nullamagistra vitae ma che tuttavia è essenziale e preziosa per comprendere il mondo nel quale ci stiamo movendo e le forze che vi si agitano.
La storia del pastore nomade Abele e del contadino stanziale Caino somiglia come una goccia d’acqua a quella dell’empio nomade Remo che non rispetta i limiti e i segni tracciati sul terreno e del saggio agricoltore e costruttore di citta Romolo che difende il solco tracciato con tutto il civile egoismo del quale la sua spada fratricida e capace. Pensateci.
Perche dite quel che volete e pensate quel che vi pare, ma se ci dimentichiamo anche di Caino e Abele, anche di Romolo e Remo, allora sul serio non siamo piu nessuno. Per questo, non e il piccolo e tronfio signor Castelli, impettito e ben pettinato col suo panciotto, a sputazzare l’infamia tipo “Ai migranti per il momento non possiamo ancora sparare” (sottintendendo che sarebbe bello farlo, e che prima o poi lo faremo).
Chi parla non è io ridicolo signor Castelli; come a pronunziare verità filosofiche dei profondita degne del Bar dello Sport del tipo “fuori da i’ ball”, non e l’allevatore di trote Bossi. No: chi parla è sempre l’eterna clava di Caino, è sempre l’empia spada di Romolo.
E noi sappiamo che proprio perché il momento è difficile l’umanità e la ragione stanno da un’altra parte. E’ proprio nei momenti difficili che si deve restar fedeli all’umanità e alla ragione.
Sbarcano con tutti i mezzi, ormai.
Carrette del mare, ex pescherecci che tengono il mare per miracolo (e per ottenere un posto in piedi sui quali si paga quanto su un transatlantico di lusso), gommoni: su di essi, poveracci stivati, carne umana che ricorda quella degli schiavi i quali, nelle stive dei bastimenti fino a un paio di secoli fa, con le loro povere vite hanno reso ricco l’Occidente.
Ci sono delle donne anche incinte, donne che partoriscono; ci sono bambini che muoiono sul bagnasciuga o che aprono gli occhi fra quattro stracci, mentre qualcuno pietoso li lava con l’acqua contenuta in una tanica da benzina. Intanto, è fresca di giornata la notizia che le acciaierie Marcegaglia sbarcano in Cina: non vi dice nulla questo interessantissimo scambio di migranti?
E’ di ieri la notizia che l’Europa non riesce a trovare una politica comune efficace per accogliere alcune migliaia di disperati e che tutti si preoccupano delle “nuove invasioni barbariche”, intanto pero i listini di stamattina parlavano dell’euro che vola e delle quotazioni delle imprese europee in borsa che s’impennano. Com’e che i ruoli al mondo sono cosi mai distribuiti?
Che c’è chi rischia la pelle per passare il mare, poi e costretto perfino a cercar di evadere da campi di lavoro predisposti per lui, mentre nei paesi che “ospitano” (un verbo che fa quasi ridere…) questi disgraziati c’è, evidentemente, chi si dispera e protesta, e minaccia di sparare, e intanto esporta lavoro e tira su dei bei soldi?
Cacciatevi tre cose in testa, cristianucci europei. Primo: al mondo siamo sei miliardi, e stiamo tutti sulla stessa barca che si chiama terra, e qualcuno può anche aggrapparsi al bordo e rischiar di affogare mentre qualcun altro lo guarda con disprezzo dall’alto, sedendo al bar della prima Classe e sorseggiando un drink, ma alla fine o ci salviamo tutti o naufraghiamo insieme.
Secondo: a parte i disagi di certe zone come Lampedusa (che è sacrosanto fare l’impossibile per aiutare: e lorsignori di Parigi e di Berlino debbono fare la loro parte, non fingere che si sia davanti a un’invasione di cavallette che riguarda quei terroni degli euromediterranei…), l’Europa è perfettamente in grado di ospitare alcune decine di migliaia di profughi: se ne arrivassero cinque milioni, sarebbero ancora l’1% della popolazione del continente, quindi ripartiamo spese e carichi e piantiamola di fare storie.
Terzo: la ricreazione è finita, siamo alla vigilia delle vacche magre, qualcuno sta preparandoci i conti da pagare e la prosperità che abbiamo conosciuto noi occidentali non ci riguarderà piu nei prossimi decenni, mentre chi non l’ha mai conosciuta continuerà a non conoscerla mai (o pensate che di qui a trent’anni sarà immaginabile un mondo nel quale un miliardo e passa di cinesi possa consumare come hanno consumato europei occidentali e nordamericani, più o meno ottocento milioni di persone, nel secolo scorso?).
Quindi, siete avvisati.
Rimboccarsi le maniche, e aggiungere parecchi posti a tavola perché, volenti o nolenti, c’è un sacco di amici in più.
O spartiamo il companatico, o saranno dolori.
Uscite una buona volta dai centri commerciali, cristianucci ben nutriti e calzati adidas. E rientrate nella storia.Quella d’oggi. Questa.
La forza delle cose e la debolezza dell'Europa

di Franco Cardini - 14/04/2011

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